Il futuro prossimo degli oneri FER nelle bollette italiane

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Foto da Pixabay

Gli oneri FER nelle bollette italiane continueranno a calare. E parte del motivo è da cercare negli attuali alti prezzi dell’energia. Lo spiega ARERA nel rapporto sullo “Stato di utilizzo e di integrazione degli impianti di produzione alimentati dalle fonti rinnovabili e di generazione distribuita. Anno 2020-2021”. Il documento (pdf) riporta, tra le altre cose, anche i dati aggiornati sull’impatto degli strumenti di sostegno alle green energy, in termini di quantità di energia elettrica incentivata e di oneri coperti tramite le bollette elettriche.

Si scopre così che, escludendo i regimi commerciali speciali (ritiro dedicato e scambio sul posto), nel 2020 gli oneri fer sono arrivati a quota 11,5 miliardi di euro, per una quantità di energia elettrica incentivata pari a circa 62 TWh. Il dato, ancora di preconsuntivo, appare in lieve crescita rispetto 2019, nonostante la piccola riduzione dei volumi (-1,2TWh).

Il trend però è pronto a cambiare già da quest’anno. “Sulla base dei dati di stima aggiornati a metà settembre 2021, – scrive ARERA – i costi derivanti dall’incentivazione delle fonti rinnovabili sono complessivamente attesi in riduzione, fino a circa 10,7 miliardi di euro (a sostanziale parità di energia complessivamente incentivata)”. Il motivo? Il caro energia. Gli attuali sistemi di sostegno delle rinnovabili italiane – feed in tariff o feed in premium variabili – agganciano infatti l’incentivo al mercato elettrico. Ciò permette di ridurre il costo associato in caso di un aumento dei prezzi con cui l’energia viene venduta sul mercato rispetto una specifica tariffa base.

Questo significherà che nel 2022 l’effetto sarà ancor più consistente. Dal momento che la quantità di energia incentivata con la tariffa ex certificati verdi è rilevante (circa 23 TWh) per l’anno 2022, il boom dei prezzi elettrici di quest’anno comporterà una altrettanto importante riduzione del costo di questi sussidi nel 2022 rispetto al 2021, stimabile in 1,17 miliardi di euro.

“Nell’ipotesi che il prezzo medio di mercato del 2022 sia pari a circa 108 €/MWh, si stima che i costi derivanti dall’incentivazione delle fonti rinnovabili nel prossimo anno siano pari a circa 9,5 miliardi di euro, in ulteriore riduzione rispetto ai 10,7 miliardi di euro del 2021 e ai 11,5 miliardi di euro del 2020, a fronte dell’aumento stimato di produzione incentivata fino a circa 63,6 TWh”.

Indipendentemente dal mercato tuttavia, per gli oneri FER l’Authority stima una costante diminuzione dei costi imputabile al progressivo termine del periodo di diritto all’incentivo per alcuni impianti. In questo caso gli effetti più evidenti si avranno a partire dal 2023 e, ancora di più, dal 2027 (per la fine ti tutti i sussidi del secondo Conto Energia).