Il 25 ottobre in Lussemburgo i ministri dell’Energia degli Stati comunitari hanno discusso dell’iniziativa UE Solar Rooftop, che prevede un calendario per l’installazione di tetti solari sugli edifici, progressivamente da quelli pubblici a quelli residenziali.
Il 25 ottobre in Lussemburgo i ministri dell’Energia degli Stati comunitari hanno concluso un accordo sulla posizione preliminare in merito alla Direttiva Europea sulle Prestazioni degli Edifici (EPBD), contenuta nell’iniziativa UE Solar Rooftop, che prevede un calendario per l’installazione di tetti solari sugli edifici, progressivamente da quelli pubblici a quelli residenziali.
La discussione ha toccato alcuni punti fondamentali quali gli interventi necessari sul mercato dell’elettricità alla luce della crisi energetica e l’iter di decarbonizzazione degli edifici europei.
Il Consiglio Energia è stato anche l’occasione per un confronto tra i titolari dei Ministeri sulle misure di emergenza adottate dalla Commissione e sugli esiti dell’incontro del 21 ottobre tra i capi di Stato UE: la discussione ha evidenziato l’insufficienza del calendario ipotizzato per l’iniziativa sui tetti solari.
L’iniziativa Europea sui Tetti Solari
Il Consiglio dell’Energia ha elaborato una posizione iniziale sulla EPBD, che verrà poi completata nei triloghi a seguito del parere del Parlamento UE.
La strategia UE per il solare prevede che la Direttiva disegni un quadro giuridico per la realizzazione dell’iniziativa sui tetti solari, di cui la discussione di ieri ha fissato la roadmap.
Le tempistiche di realizzazione prevedono che entro il 2026 siano installati i tetti solari su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali che abbiano una superficie utilizzabile maggiore di 250 metri quadrati; entro il 2027 sarà invece la volta degli edifici pubblici e non residenziali che sono in grado di essere sottoposti a ristrutturazione e hanno una superficie utile di più di 400 metri quadrati, mentre entro il 2029 l’iniziativa dovrà essere estesa a tutti i nuovi edifici residenziali.
Un calendario poco ambizioso
Secondo Solar Power UE il calendario elaborato dal Consiglio Europeo per l’installazione dei tetti solari è poco ambizioso e non in linea con l’impegno richiesto per garantire ai cittadini comunitari l’accesso al fotovoltaico solare, soprattutto alla luce del combinato tra crisi energetica e climatica, che impone tempi molto più rapidi di un quinquennio.
Proprio la scorsa settimana 18 enti per l’energia, la città, la mobilità e l’edilizia e un gruppo di ONG hanno scritto ai ministri dell’Energia e agli eurodeputati chiedendo di estendere l’installazione anche agli edifici non residenziali già esistenti entro il 2030.
Jan Osenberg, Policy Advisor di solarpower Europe ha commentato: “Mentre accogliamo con favore l’accordo politico iniziale del Consiglio che tutti i nuovi edifici dovrebbero essere dotati di energia solare entro il 2030, i deputati e i ministri dell’Energia dovrebbero riconoscere che l’aggiunta di energia solare agli edifici è una misura di emergenza e garantire un requisito solare ambizioso. Gli edifici solari sono una soluzione chiave per ridurre le bollette energetiche, garantire la sicurezza energetica e soddisfare le nostre ambizioni climatiche”.
Riprogettare il mercato dell’elettricità
La discussione del 25 ottobre ha analizzato le conclusioni del Consiglio Europeo sul quadro comunitario che imponga il cosiddetto tetto iberico, cioè un limite massimo al prezzo del gas per la produzione di elettricità. La riunione ha inoltre discusso il documento di lavoro della Commissione Europea sulle opzioni esistenti per mitigare l’impatto degli aumenti del prezzo del gas sulle bollette.
La richiesta di Solarpower Europe è di tutelare il settore delle energie rinnovabili.
Naomi Chevillard, Responsabile degli Affari Normativi di solarpower Europe, ha dichiarato:
“Esortiamo la Commissione europea e i ministri dell’Energia a usare grande cautela prima di rivedere le regole fondamentali del mercato, come la vendita diretta di elettricità rinnovabile nei mercati. Il rapido aumento delle energie rinnovabili è dovuto all’aumento dell’esposizione al mercato, e fermare questa tendenza ora confonderebbe profondamente gli investitori in un momento cruciale della transizione energetica”.