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L’Italia attrae sempre più investimenti sulle rinnovabili

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L’Italia attrae sempre più investimenti sulle rinnovabili
Credit: <a href="https://www.ey.com/it_it/news/2022-press-releases/12/italia-piu-attrattiva-per-investimenti-in-energie-rinnovabili">EY.com </a>- Figura 1 - Renewable Energy Country Attractiveness Index (RECAI)

Secondo l’ultimo report del Renewable Energy Country Attractiveness Index (RECAI), l’Italia è divenuta più attrattiva per gli investimenti sulle rinnovabili, passando dal 15° posto al mondo al 12°

L’Italia attrae sempre più investimenti sulle rinnovabili: questo il dato importante per il nostro Paese all’interno del report EY del Renewable Energy Country Attractiveness Index (RECAI). Passiamo dal 15° al 12° posto, mentre migliorano le performance dei vari settori con il 3% in più di capacità eolica registrata e un 6% in più di crescita del solare.

Restiamo attrattivi anche nel mercato PPA – contratti di compravendita di energia elettrica tra privati – ma qui perdiamo una posizione passando del 12° all’11° posto probabilmente per l’immaturità del mercato e per la forte volatilità del settore.

“La transizione energetica rappresenta un tema centrale e prioritario soprattutto alla luce delle sfide significative che tutto il mondo, e in particolare l’Italia, deve affrontare – ha commentato Giacomo Chiavari, Energy Strategy & Transaction EuropeWest Leader – Questo si riflette negli impegni assunti per accelerare l’adozione di fonti di energia rinnovabile e ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas. Nella presente edizione del RECAI, il nostro Paese si afferma come un attore protagonista nel palcoscenico europeo, grazie alla ricchezza di energie rinnovabili (fonte idrica, solare ed eolica), agli ambiziosi target di crescita (necessari per raggiungere rapidamente la decarbonizzazione e una maggiore indipendenza energetica) e, nel contesto attuale, ai generosi prezzi del mercato all’ingrosso”.

L’Italia è sempre più attrattiva per chi investe in rinnovabili

Il report EY Renewable Energy Country Attractiveness Index (RECAI) – giunto quest’anno alla sua 60° edizione – elabora una classifica dei primi 40 paesi al mondo più attrattivi per il mercato delle energie rinnovabili. Sul podio per il 2022 troviamo Stati Uniti – che confermano il primato grazie all’Inflation Reduction Act – Cina – con l’obiettivo della carbon neutrality al 2026 – e la new entry Germania, che soppianta il Regno Unito cedendogli il quarto posto. Nella top 10 seguono Regno Unito, Francia, Australia, India, Spagna, Giappone e Paesi Bassi.

Il report di quest’anno colloca l’Italia in ascesa dal 15° al 12° posto, per una serie di fattori coincidenti che rendono sempre più conveniente investire nel settore delle rinnovabili: innanzitutto la nuova bozza del Decreto FER 2, ma anche i recenti sforzi per semplificare le procedure autorizzative.

Tra gli impegni più importanti sottolineati dal documento, i diversi Paesi mappati hanno la priorità di rafforzare la propria resilienza energetica, anche alla luce del complesso scenario internazionale: accelerare la diversificazione di fonti, aumentare lo stoccaggio, consolidare la produzione.

Perché l’Italia attrae più investimenti in rinnovabili?

Il documento illustra una coincidenza di fattori che rendono particolarmente favorevole questa fase per il nostro Paese. Primo tra tutti, gli incentivi introdotti dal Decreto FER 2, con diversi meccanismi di sostegno ai prezzi. È stato poi molto importante l’annuncio che, tra il 2023 e il 2026, verranno messi all’asta 5GW di eolico offshore, con la realizzazione del primo impianto di questo genere per l’Italia.

Incentivanti anche la crescita delle installazioni e il rafforzamento di una serie di progetti di eolico onshore e fotovoltaico, così come i segnali provenienti dal fronte delle autorizzazioni. Stiamo infatti assistendo, da questo punto di vista, a un’importante accelerazione delle procedure che dovrebbe far crescere il settore molto rapidamente.

Unica pecca, non troppo grave, è il fatto che il nostro Paese ha perso una posizione per quanto riguarda i PPA a causa dei prezzi troppo alti dell’energia all’ingrosso e della volatilità del mercato che, nell’ultimo anno, hanno determinato per la prima volta dal 2013 una diminuzione dei contratti di compravendita tra privati.

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