In California l’area contaminata dagli incidenti di una centrale nucleare diverrà la sede di un progetto che mette il fotovoltaico al servizio della tutela della natura, utilizzando i pannelli per costruire aree di ripristino degli habitat degli impollinatori
Una vecchia centrale nucleare in California diventerà la sede di un progetto di fotovoltaico a tutela della natura. L’area della centrale di Rancho Seco copre 2.000 acri e si trova nella contea di Sacramento, in California. Qui verrà attuato Restorative Energy, un progetto di ripristino degli habitat delle popolazioni di impollinatori allontanatesi a seguito degli incidenti che, nel 1989, hanno portato alla chiusura del sito.
Il progetto è opera dell’organizzazione no profit EPRI, che si occupa di ricerca e sviluppo per l’innovazione sostenibile nel pubblico in 45 paesi del mondo e che nel 2018 ha lanciato l’iniziativa Power-In-Pollinators, cui ha aderito anche lo SMUD, il Sacramento Municipal Utility District, l’utility che fornisce energia elettrica al territorio da più di 75 anni e con l’EPRI animerà Restorative Energy.
“Il progetto Rancho Seco è una collaborazione unica all’intersezione tra comunità, biodiversità ed energia rispettosa del clima”, ha dichiarato Jessica Fox, senior technical executive e biologa della conservazione presso EPRI. “Potrebbe fornire il modello per i futuri progetti di energia rinnovabile in tutto il paese, rigeneranti non solo nei loro chilowatt, ma anche per la popolazione locale e la biodiversità”.
Il fotovoltaico a tutela della natura e degli impollinatori
Il progetto gode della collaborazione dell’Università della California Davis, la Xerces Society for Invertebrate Conservation, D.E. Shaw Renewable Investments e NovaSource Power.
I pannelli solari verranno installati sui 2.000 acri di prateria abbandonati, sede ora della centrale elettrica di Cosumnes, di un’area ricreativa regionale, di una riserva naturale e dell’habitat di una specie protetta a livello federale, la salamandra tigre californiana; il progetto interesserà inoltre una parte delle terre ancestrali delle tribù native.
L’obiettivo è ricreare un habitat ideale per le popolazioni di impollinatori: il team responsabile dell’operatività del progetto effettuerà monitoraggi costanti per verificare eventuali cambiamenti di energia e di livelli di carbonio nel suolo, oltre che i costi di gestione.
L’auspicio, dicono, è che alla fine delle attività di Restorative Energy si giunga alla creazione di specie vegetali native attrattive per gli impollinatori e che siano in grado di indicare la quantità di carbonio presente nel suolo.
“Stiamo cercando di creare un modello che altri sviluppatori solari possono seguire”, ha detto Rebecca R. Hernandez, docente dell’Università della California Davis e direttrice del Wild Energy Center. “Questa è un’opportunità per impilare la prateria della California con l’energia solare e iniziare a ripristinare il 98% dell’habitat della prateria che è stato perso”.