Il Parlamento UE ha votato l’inclusione delle misure RePowerUE nei piani nazionali di rilancio energetico fino a 31 agosto 2026: l’obiettivo è accelerare la transizione e sostenere le economie comunitarie rendendole indipendenti dai combustibili fossili russi
Il Parlamento Europeo ha votato per includere le misure di REPowerEU nei piani nazionali di rilancio energetico per accelerare la transizione ecologica negli Stati membri e ridurre progressivamente la dipendenza dai combustibili fossili russi.
Si tratta di una misura dal carattere straordinario che sarà in vigore entro il 31 agosto 2026 e apporterà altri 20 miliardi di euro, in aggiunta a quanto già stanziato, per rendere contrastare la povertà energetica: dell’investimento complessivo, 8 miliardi derivano dalla vendita all’asta di quote di emissioni ETS, il sistema di scambio di quote di emissioni tra Stati, mentre gli altri 12 derivano dal Fondo per l’innovazione. Tra le nuove disposizioni, il divieto di utilizzare gli introiti delle vendite delle quote ETS per investimenti in combustibili fossili.
“Il piano REPowerEU ci aiuterà a garantire prezzi energetici accessibili per i nostri cittadini e le nostre imprese – ha detto Siegfried Muresan, relatore PPE dalla Romania – Ci consentirà di garantire il nostro approvvigionamento energetico e di allontanarci dalla dipendenza dai combustibili fossili russi. Affinché REPowerEU generi un reale valore aggiunto europeo, gli Stati membri dovrebbero destinare almeno il 30% delle risorse REPowerEU ai progetti transfrontalieri”.
Gli ha fatto eco il connazionale di Renew Dragoș PÎSLARU: “Combattiamo la paura con l’ambizione, i cittadini hanno avuto un anno difficile e abbiamo bisogno di soluzioni sostenibili per loro ora, non più tardi. Chiedete ai vostri governi quali misure intendono includere nei loro piani nazionali, lasciateci isolare le case per i nostri cittadini, riqualificare la nostra forza lavoro per nuovi posti di lavoro verdi e aiutare le nostre aziende. In RePowerEU abbiamo ora fissato requisiti chiari per identificare i principali beneficiari, e aspettiamo di vedere come i governi utilizzeranno i soldi”.
REPowerUE: misure aggiuntive per i piani nazionali di rilancio energetico
Con 535 eurodeputati favorevoli, 63 contrari e 53 astenuti il Parlamento Europeo ha confermato quanto stabilito dal Consiglio a dicembre 2022: gli Stati membri che lo richiedano posso ricevere ulteriori fondi per i propri piani nazionali di rilancio energetico purché contengano misure di risparmio energetico, produzione di energia pulita e diversificazione degli approvvigionamenti energetici, secondo quanto già stabilito dal piano RePowerEU.
L’obiettivo del Parlamento in questo momento è costruire e rafforzare l’indipendenza energetica degli Stati membri dai combustibili russi, andando nella direzione di un approvvigionamento sempre più vario e tendente alle energie pulite. Le nuovi misure, in vigore in maniera retroattiva su quasi tutte le norme entrate in vigore dal 10 febbraio 2022, sono destinate a sostenere i governi che scelgano di investire in interventi contro la povertà energetica per le fasce di popolazione più fragili e le micro, piccole e medie imprese.
Gli Stati membri, su sollecitazione di Bruxelles, hanno inoltre accettato di destinare almeno il 30% di REPowerEU a misure transfrontaliere per risolvere i gap dell’approvvigionamento energetico comunitario come le interruzioni della trasmissione, della distribuzione e i problemi di stoccaggio dell’energia. Arrivano anche nuove regole di trasparenza per i 100 beneficiari che riceveranno più finanziamenti.
Sempre su indicazione del Parlamento Europeo, nei casi in cui ci sia da salvaguardare la sicurezza energetica comunitaria, sono previste temporanee esenzioni al principio del “non arrecare danni significativi”, purché le misure in oggetto minimizzino i danni ambientali potenziali e non compromettano gli obiettivi climatici.
Eider GARDIAZABAL RUBIAL (S&D, Spagna), ha spiegato: “Abbiamo messo insieme un piano per ridurre l’impatto economico della guerra mentre avanzavamo la transizione verde. Ci saranno altri 20 miliardi di euro per combattere la povertà energetica, promuovere l’energia verde e migliorare le nostre capacità di stoccaggio dell’energia. Abbiamo negoziato una deroga limitata al principio “non nuocere in modo significativo” poiché siamo determinati a lottare contro il cambiamento climatico e a non mettere in pericolo gli obiettivi climatici dell’UE. Abbiamo anche introdotto modifiche come una maggiore trasparenza e priorità per i progetti transfrontalieri”.