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Cosa conterrà il decreto sulle Comunità energetiche?

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Cosa conterrà il decreto sulle Comunità energetiche?

Il MASE ha avviato l’iter UE per la definizione della proposta di decreto per incentivare la diffusione delle Comunità energetiche rinnovabili

Il decreto sulle Comunità energetiche è sempre più vicino. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha fatto sapere di aver avviato l’iter UE volto alla definizione della proposta, il cui obiettivo è incentivare “la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili”.

Se la proposta italiana dovesse incassare l’ok da Bruxelles, il decreto potrà entrare in vigore.

“Con questo provvedimento – spiega il Ministro Pichetto – diamo all’Italia una nuova energia tutta rinnovabile. Il testo, rafforzato e arricchito dalla consultazione pubblica, è uno strumento coerente con il doppio obiettivo di questo governo: la decarbonizzazione entro il 2030 e l’autonomia energetica. La ricchezza dell’Italia sono le sue comunità. Il decreto le pone al centro di una strategia volta a produrre e consumare energia da fonti pulite risparmiando sui costi delle bollette. Se sapremo svilupparle come sistema Paese -conclude il Ministro – le Comunità Energetiche si riveleranno un’enorme fonte di sviluppo economico sostenibile e di coesione sociale”.

Decreto Comunità Energetiche: anticipazioni

Secondo quanto diffuso dal MASE il decreto sarà incentrato su due misure: incentivi sulle tariffe e un contributo a fondo perduto.

Sono previsti incentivi per tutte le tecnologie rinnovabili: fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biomasse; il testo del decreto, nella sua attuale formulazione, prevede che le neonate comunità energetiche possano beneficiare di una tariffa agevolata per la quota di energia condivisa dagli impianti rinnovabili. L’investimento del MASE prevede di finanziare fino a 5GW di potenza entro il 2027.

Il contributo a fondo perduto riguarderà invece le comunità energetiche nate in comuni al di sotto dei 5.000 abitanti e, stando al decreto, sarà relativo a una cifra che copra fino al 40% dell’investimento complessivo, che può essere indirizzato sia alla realizzazione di nuovi impianti che al potenziamento di quelli esistenti. La cifra destinata a questo intervento è di 2,2 miliardi di euro, risorse PNRR volte a costruire una potenzia complessiva di almeno 2GW e una produzione di almeno 2.500 GWh l’anno.

Le realtà che vogliono associarsi in una Comunità energetica dovranno individuare un’area idonea a ospitare gli impianti, sottoscrivere un atto costitutivo che abbia alla base il fatto che la finalità è la tutela ambientale, economica e sociale, e sottoporsi alle opportune verifiche da parte del Gestore dei Servizi Ambientali.

La presentazione della proposta di decreto.

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