Gli investimenti sulle energie rinnovabili hanno un evidente problema di equità

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renewable energy finance 2023

Secondo l’ultimo report pubblicato da IRENA gli investimenti nelle energie rinnovabili riflettono la situazione di sostanziale mancanza di equità tra Nord e Sud del mondo.

Questo appena trascorso è stato di certo un anno da record per gli investimenti sulle energie rinnovabili, che sono cresciute a livello globale per una cifra record complessiva di 1.300 miliardi di dollari ma, come tutte le attività economiche, riflettono una forte mancanza di equità tra Nord e Sud del mondo.

Lo attesta l’Agenzia Internazionale delle Energie Rinnovabili (IRENA) nel report Global Landscape of Renewable Energy Finance 2023, un documento in collaborazione con con Climate Policy Initiative (CPI) e presentato lo scorso 22 febbraio a Madrid.

“Il percorso verso le zero emissioni nette – ha affermato Barbara Buchner, amministratore delegato globale di CPI – può avvenire solo con una transizione energetica giusta ed equa”.

 “Affinché la transizione energetica migliori la vita e i mezzi di sussistenza – ha aggiunto il direttore generale dell’IRENA, Francesco La Camera –  i governi e i partner per lo sviluppo devono garantire un flusso di finanziamenti più equo, riconoscendo i diversi contesti e le diverse esigenze”.

Gli investimenti in energie rinnovabili generano un problema di equità tra Nord e Sud del mondo

La finanza green, ha spiegato IRENA, ha due problemi macroscopici: è ancora troppo ridotta da un lato, ed è profondamente ineguale nella distribuzione dall’altro.

Lo confermano i dati: l’anno scorso sono stati investiti in rinnovabili 500 miliardi di dollari; si tratta senza dubbio di una cifra record, ma è solo il 40% di quella minima che sarebbe necessario investire ogni anno dal 2021 al 2023 per tenere l’aumento delle temperature globali al di sotto dell’1,5C° sancito dagli Accordi di Parigi, o per stare dentro gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 ONU.

Gli investimenti nelle energie rinnovabili sono dunque insufficienti, oltre a generare un problema di equità: il 70% della popolazione mondiale, che abita nei paesi in via di sviluppo ed emergenti, ha beneficiato di una quota di appena il 15% di quanto destinato alla crescita del settore. L’investimento pro capite del 2021 in Europa era di 127 volte maggiore di quello dell’Africa Subsahariana.

Il report approfondisce anche il dettaglio delle spese, per la gran parte destinate alle tecnologie e al loro utilizzo specifico: il 43% degli investimenti in rinnovabili del 2020 era direzionato allo sviluppo del fotovoltaico; al secondo posto si collocava l’eolico onshore (35%) e al terzo quello offshore (12%). Gran parte degli investimenti deriva dal settore privato, che ha contribuito con una cifra complessiva di 240 miliardi di dollari che rappresenta un aumento del 7% rispetto al 2019, arrivando a comporre il 69% del totale: in controtendenza assoluta il pubblico che, con i suoi 108 miliardi di dollari scende al 31%, perdendo due punti percentuali rispetto al 2017-2019.