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Creare nuovi moduli fotovoltaici grazie al riciclo

Creare nuovi pannelli solari attraverso il riciclo di quelli giunti a fine vita potrebbe essere per l’Europa l’arma vincente con cui ridurre la dipendenza della propria transizione ecologica dal marcato asiatico. Tuttavia per concretizzare l’obiettivo servono le giuste tecnologie. Oggi, nel migliore dei casi, è possibile recuperare fino al 97/98% dei materiali originali, ma la percentuale varia parecchio con il variare della tecnologia. E, soprattutto, non sempre è possibile mantenere un buon grado di purezza. 

Come rimediare? Con il progetto europeo Photorama. L’iniziativa, finanziata dal programma Horizon 2020, coinvolge 13 realtà tra istituti di ricerca e aziende, provenienti da 7 Paesi. Italia compresa grazie alla partecipazione di Enea e Enel Green Power.

Con oltre 10 milioni di euro a disposizione e tre anni di tempo, Photorama lavorerà per sviluppare innovative soluzioni di riciclo che massimizzino il recupero delle materie prime. E che permettano di chiudere il cerchio del fotovoltaico, producendo nuovi pannelli fotovoltaici.

“La tecnologia che svilupperemo – spiega Massimo Izzi, responsabile per ENEA del progetto – permetterà di recuperare dai pannelli a fine vita quasi il 100% dei materiali e con una grado di purezza mai raggiunto prima. Oggi non esiste nessun processo industriale al mondo che sia in grado di fare ciò”. 

Dai vecchi ai nuovi pannelli solari

Il consorzio si muoverà su quattro direttrici. La prima prevede di costruire, qualificare e dimostrare un’innovativa linea pilota per l’elaborazione di grandi quantità di rifiuti fotovoltaici.

La seconda svilupperà e amplierà l’unità di delaminazione a cui spetta il compito di separare le celle solari dalla lastra di vetro e dagli strati polimerici. Nel dettaglio saranno sviluppate due tecnologie complementari per i pannelli fotovoltaici in silicio cristallino:  delaminazione meccanica mediante processo di taglio a filo diamantato; delaminazione “fluida” applicando CO2 allo stato supercritico. I moduli in CIGS, invece, saranno separati attraverso un processo di delaminazione ottica.

Un terzo gruppo di lavoro si concentrerà sullo sviluppo di tecnologie per l’estrazione dei metalli critici come silicio, indio e gallio, e preziosi come l’argento.

L’ultimo passaggio prevede di dimostrare la completa circolarità, re-immettendo prodotti e materie prime seconde nella catena del valore per produrre nuovi pannelli solari. In questo contesto, la ricerca ENEA si focalizzerà sull’eco-design dei moduli fotovoltaici per elaborare una tecnica produttiva che li renda facilmente riciclabili in tutti i componenti. Enel Green Power valuterà, invece, la migliore tecnologia di riciclo; e validerà l’utilizzo dei materiali recuperati nella fabbrica 3SUN di Catania.

IEG, Italian Exibition Group: tre nuovi impianti fotovoltaici

impianti fotovoltaico

La dotazione impiantistica complessiva risparmierà all’ambiente 4,5 milioni di tonnellate di CO2, sarà pari al fabbisogno di energia di 2982 famiglie e renderà autosufficiente l’attività di Italian Exhibition Group.

Italian Exhibition Group fa rotta verso un futuro sempre più sostenibile. Il gruppo fieristico e congressuale, organizzatore di Ecomondo e Keyenergy, in partnership con Green Utility, ha infatti previsto l’attivazione di tre nuovi impianti fotovoltaici sulle proprie strutture espositive di Rimini e Vicenza, nonché sul palacongressi riminese. Un impegno a progredire nella produzione di energia pulita e nel raggiungimento dell’autosufficienza dell’attività.

Dal 2022 IEG disporrà di impianti fotovoltaici per una potenza installata totale di 7.525 Kwp e raggiungerà una produzione di energia elettrica pulita di 8,5 milioni di Kwh, pari a quella necessaria a rendere autosufficiente tutte le proprie sedi in Italia. Una dotazione impiantistica equivalente al fabbisogno di 2.982 famiglie e che risparmierà all’ambiente 4,5 milioni di tonnellate di CO2.

La base di partenza è la presenza di pannelli solari su tutte le coperture disponibili, strategia perseguita fin dall’inaugurazione del quartiere fieristico riminese, avvenuta nel 2001.
A Rimini Fiera, nel 2012, ai pannelli fotovoltaici sulle coperture delle aree parcheggio e sulla hall sud, fu aggiunta quella sui 100mila mq dei ‘tetti a volta’ dei padiglioni. Senza alterarne il profilo architettonico e utilizzando il Thin Film (che dieci anni fa rappresentava una innovazione straordinaria), che rese la struttura primo quartiere fieristico autosufficiente in Italia per fabbisogno energetico.
Gli impianti, grazie ad una potenza installata di 5.500 kWp, stanno producendo circa 7 milioni kWh l’anno di energia elettrica da fonte rinnovabile (l’equivalente del consumo medio annuo di 2.184 famiglie), evitando emissioni di CO2 per 3,3 milioni di tonnellate annue.

Oggi la partnership fra Italian Exhibition Group e Green Utility si arricchisce di altri tre impianti che utilizzeranno le coperture dei padiglioni di collegamento del quartiere espositivo di Rimini, realizzate negli ultimi anni, oltre a quelle del Palacongressi riminese e della fiera di Vicenza.

Il primo, nuovo impianto prevede una potenza di 500 Kwp, evita emissioni per 298.000 tonnellate annue di CO2 e produce energia da fonte rinnovabile equivalente al fabbisogno di 198 famiglie.
Il secondo sarà realizzato sulla copertura del Palacongressi di Rimini, avrà una potenza di 325 Kwp ed eviterà emissioni di CO2 per 195.000 tonnellate l’anno, producendo energia da fonte rinnovabile equivalente al fabbisogno di 130 famiglie.
Il terzo, quello che riguarda la fiera di Vicenza, avrà potenza da 1.200 Kwp, eviterà ogni anno 700.000 tonnellate di CO2, producendo energia da fonte rinnovabile equivalente al fabbisogno di 470 famiglie.

Eolico e solare, SEGULA Technologies supporta WIND my ROOF in un innovativo progetto

eolico fotovolotaico

Il Gruppo ingegneristico sostiene la startup nello sviluppo e assemblaggio delle sue prime 8 turbine eoliche compatte dedicate alla produzione di energia mista

Parigi, 3 dicembre 2021 – Se le iniziative per decarbonizzare la produzione di energia si moltiplicano, in molti paesi il settore dell’energia eolica deve ancora mostrarsi al grande pubblico e sconta ancora possibili moratorie.

Con il sostegno di SEGULA Technologies, gruppo di ingegneria globale, e della sua filiale SIMRA per la produzione, la startup francese WIND my ROOF intende raccogliere questa sfida proponendo “WindBoxes”, i primi moduli ibridi solare/eolico per i tetti degli edifici.

WIND my ROOF innova e lancia i suoi primi 8 impianti di produzione di energia mista

WIND my ROOF, startup sostenuta da ADEME e fondata nel 2018 da Antoine Brichot e Yanis Maacha, due ex allievi dell’Ecole des Ponts, è specializzata in energie rinnovabili e propone innovativi impianti di produzione di energia mista per edifici, nuovi e già esistenti. I primi 8 modelli saranno installati a Rouen in Normandia.

Il concept di WindBox

“WindBox”, i primi modelli di turbine eoliche accoppiate a pannelli solari sviluppati da WIND my ROOF, sono destinati a edifici del settore privato e pubblico (aziende, municipi, palestre), ma anche logistici (magazzini, centri commerciali). Posizionati sul bordo del tetto degli edifici per beneficiare dei venti accelerati, i moduli fanno affidamento sulla complementarità delle tecnologie per migliorare il loro rendimento e produrre fino a 2.500kWh di elettricità all’anno. Progettati per essere il più sicuri possibile, possono sopportare velocità fino a 180km/h e temperature fino a -15°C. Fabbricati in Francia, i WindBox sono prodotti a basso tenore di carbonio con emissioni di circa 25g eq-CO₂/kWh per 20 anni.

L’esperienza di SEGULA Technologies al servizio dell’energia rinnovabile

Protagonista di riferimento del settore energetico, SEGULA Technologies desidera diversificare e sostenere la transizione energetica ampliando il proprio settore di attività e sostenendo aziende innovative nel settore delle energie rinnovabili. Il Gruppo sostiene WIND my ROOF su più livelli: da un lato, nella progettazione e ideazione del prodotto, fasi in cui gli ingegneri si sono fatti carico di un compito particolarmente gravoso; dall’altro, nell’industrializzazione della sua produzione grazie alla flessibilità del sito di Saint-Nazaire e alla possibilità di mobilitare rapidamente le competenze tecniche. Infine, nella ricerca di fornitori competitivi grazie all’expertise negli acquisti di SEGULA.

“Il progetto si è evoluto enormemente in pochi anni, grazie anche al sostegno di SIMRA e alla vicinanza del sito di Saint-Nazaire. Abbiamo potuto beneficiare di un vero e proprio follow-up e dei consigli degli esperti. Abbiamo obiettivi e ambizioni internazionali, in particolare in Germania, in cui l’energia è ancora basata sul carbonio e le opportunità sono numerose per una startup come WIND my ROOF,” sottolinea Yanis Maacha, co-fondatore di WIND my ROOF.

“La transizione energetica è un settore fondamentale di diversificazione per SEGULA: è la sfida del futuro che vogliamo affrontare. Per il nostro gruppo, le startup sono partner indispensabili perché rappresentano l’innovazione di domani,” evidenzia Nicolas Fraisse, Direttore Tecnico di SEGULA Technologies. “Grazie alla nostra piattaforma di supporto alle startup HeXplora, abbiamo potuto sostenere WIND my ROOF nelle fasi iniziali della produzione, assemblando i primi 8 prototipi di WindBox. Dopo questo successo, il gruppo guarda già alla prossima tappa, ovvero la fabbricazione di moduli e l’ampliamento della gamma”.

Fotovoltaico in ferro, a che punto siamo?

prezzi delle batterie al litio ricaricabili continuano a scendere. Solo undici anni fa la tecnologia esibiva cifre esorbitanti, superiori a 1.200 dollari per kWh. Oggi il costo è sceso a soli 132 dollari il kWh. Parliamo di una riduzione complessiva dell’89 per cento, che fa ben sperare il futuro dell’accumulo a livello globale. A sottolinearlo è la nuova Indagine sui prezzi delle batterie 2021 pubblicata stamane da BloombergNEF (BNEF).

Il rapporto ha studiato le tendenze storiche del comparto per provare a definire degli scenari a breve termine in un momento molto critico per l’industria dello stoccaggio elettrochimico. L’aumento dei costi delle materie prime e dei materiali lavorati sta, infatti, esercitando una pressione non indifferente sul mercato. E il futuro prossimo si giocherà in parte anche sulle politiche nazionali che verranno attuate nei prossimi mesi.

I prezzi riportati nel documento, ci tiene a spiegare BNEF, rappresentano una media rispetto i diversi usi finali della batteria, inclusi i veicoli elettrici e progetti di stoccaggio fisso. In altre parole, alcuni segmenti possono oggi contare su costi inferiori ai 132 dollari sopracitati. Nel dettaglio, per le auto elettriche pure i pacchi batteria, sono già arrivati a 118 dollari/kWh. A livello di celle, invece, i prezzi si abbassano a 97 dollari/kWh. “Ciò indica che in media le celle rappresentano l’82% del prezzo totale del pacco”, spiega il rapporto.

 Alcune differenze sono puramente regionali. Ad esempio, i prezzi delle batterie risultano attualmente più bassi in Cina, con una media di 111 dollari/kWh. I pacchi batteria negli Stati Uniti e in Europa costano rispettivamente il 40% e il 60% in più, chiaro riflesso dei diversi gradi di maturità del mercato. 

Nel futuro dello storage a ioni di litio

Un contributo alla maggiore economia delle batterie a ioni di litio arriva anche dall’adozione dei catodi in litio ferro fosfato (LFP) e alla contemporanea e progressiva riduzione del cobalto. Sulla base di questi trend, BNEF prevede che entro il 2024 i prezzi delle batterie a ioni di litio dovrebbero essere in media inferiori a 100 dollari/kWh (pacco batteria). Una cifra che permetterebbe alle case automobilistiche di produrre e vendere veicoli elettrici per il mercato di massa allo stesso prezzo (e con lo stesso margine) dei veicoli a combustione interna. E senza bisogno di incentivi.

Prima di scendere ancora, tuttavia, i costi potrebbero risalire a causa dell’attuale crisi dei materiali. “Sebbene i prezzi delle batterie siano diminuiti complessivamente nel 2021, nella seconda metà dell’anno il trend si è invertito“, spiega James Frith, capo della ricerca sull’accumulo di BNEF e autore principale del rapporto. “I prezzi del litio sono aumentati a causa dei vincoli all’interno delle catene di approvvigionamento globali, dell’aumento della domanda in Cina e in Europa e dei recenti limiti di produzione cinesi”, aggiunge il collega Kwasi Ampofo. “Sebbene prevediamo che la domanda continui a crescere nel 2022, altri fattori legati alla supply chain e al mercato cinese dovrebbero essere risolti entro il primo trimestre del 2022″.

Elettricità rinnovabile, la capacità verde supererà i 4,8 TW entro il 2026

Foto da Pixabay

Il caro materiali e i ritardi nei rifornimenti hanno colpito anche il comparto delle green energy. Eppure non sarà la complessa situazione economica attuale a frenare il settore. Al contrario, spiega oggi l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), le fonti verdi aumenteranno il loro spazio vitale. E l’elettricità rinnovabile continuerà a dominare la crescita della nuova capacità aggiunta a livello mondiale almeno fino al 2026. Per la precisione, l’agenzia stima che entro cinque anni la capacità elettrica verde a livello globale superi i 4.800 GW. Una cifra pari all’attuale capacità elettrica totale fornita da combustibili fossili e nucleare messi assieme.

Le previsioni sono state riportate nero su bianco nel nuovo rapporto Renewables 2021 pubblicato stamane dalla IEA. Il documento cerca di esplorare le potenzialità e le sfide chiave del comparto, partendo dalle attuali politiche e sviluppo di mercato. Nel complesso evidenzia il grande cambiamento innescatosi a partire da questi ultimi anni.

“Le aggiunte record di elettricità rinnovabile nel 2021 (+290GW) rappresentano di come stia emergendo una nuova economia energetica globale”, ha affermato il direttore esecutivo della IEA, Fatih Birol. “Gli alti costi delle materie prime e dell’energia […] oggi pongono nuove sfide per l’industria delle rinnovabili, ma i prezzi elevati dei combustibili fossili le rendono le ancora più competitive”.

La crescita dell’elettricità rinnovabile nel mondo

Secondo gli esperti dell’Agenzia, entro il 2026 la capacità elettrica rinnovabile aumenterà di oltre il 60% a livello mondiale rispetto il dato 2020. E lo farà a discapito della crescita delle altre tecnologie arrivando a rappresentare quasi il 95% di tutta la nuova capacità installata per quella data. Nessuna regione sarà esclusa, ma la Cina continuerà a guidare la classifica dei maggiori volumi verdi aggiunti, con ben 1.200 GW dei 4.800 GW sopracitati. La più veloce a crescere nel settore sarà, però, l’India che dovrebbe addirittura raddoppiare il proprio tasso di installazioni. Buoni trend sono attesi anche in Europa e negli Stati Uniti che, assieme ai due giganti asiatici, dovrebbero dominare rappresentano l’80% della nuova capacità.

Quale fonte dominerà la nuova capacità 2026?

Anche in questo caso poche sorprese. Il fotovoltaico rimane il traino della nuova elettricità rinnovabile, grazie ad installazioni annuali che toccheranno i 200 GW. E a fine 2026 dovrebbero essere operativi nel mondo quasi 1.100 GW fotovoltaici. Nello stesso arco di tempo, le aggiunte eoliche onshore dovrebbero essere in media quasi un quarto superiori rispetto al periodo 2015-20. Si prevede che la capacità eolica offshore totale triplicherà entro il 2026.

Il rapporto dell’IEA prevede che questa crescita record per le fonti rinnovabili avvenga nonostante gli alti prezzi odierni delle materie prime e dei trasporti. Tuttavia, se i prezzi dovessero rimanere alti fino alla fine del prossimo anno, il costo degli investimenti eolici tornerebbe ai livelli del 2015 e gli ultimi tre anni di riduzione dei costi per il solare verrebbero cancellati.

MATRIX acquisisce un portafoglio solare di 91MW da SOLAER

matrix renewables

Matrix Renewables rafforza la propria crescita in Europa e incrementa la presenza sul mercato italiano. Confermato l’obiettivo di oltre 500MW nei settori solare, storage ed eolico a livello nazionale.

10 novembre 2021, ROMA, Italia – Matrix Renewables, la piattaforma di energie rinnovabili sostenuta da TPG, ha concluso un accordo con Solaer, per acquisire un primo portafoglio solare da 91 MW in tutta Italia. Il portafoglio è composto da 15 diversi asset e la costruzione della prima fase di questi progetti dovrebbe iniziare nel 2022.
All’inizio del 2021, Matrix Renewables ha annunciato il suo ingresso nel mercato italiano con progetti basati in Sicilia e nel Lazio, esprimendo al contempo il desiderio di operare almeno 500MW nei settori solare, storage ed eolico in tutto il Paese. L’accordo siglato oggi contribuisce significativamente al raggiungimento di questo obiettivo.
Iñigo Asensio, Head of M&A and Investments di Matrix Renewables, ha dichiarato: “Attraverso questo accordo con Solaer, Matrix accelera la sua crescita per diventare una piattaforma leader nelle energie rinnovabili in Italia e nel mondo. Continuiamo a esplorare ulteriori opportunità in Europa, Stati Uniti e America Latina nella nostro progetto di espasione a livello internazionale”.
Ignacio Arganza, co-fondatore di Solaer, ha dichiarato: “Questo accordo dimostra l’eccellente collaborazione tra i nostri team ed è un grande esempio del potenziale collettivo grazie alla partnership mentre Matrix Renewables continua a concretizzare la propria strategia di crescita. Siamo entusiasti di lavorare insieme per fornire più capacità di energia rinnovabile in tutta Italia”.
Oltre a un significativo portafoglio già in funzione, in costruzione e in sviluppo in Europa e America Latina, Matrix Renewables ha anche annunciato l’entrata nel mercato statunitense all’inizio di quest’anno, dove ambisce ad aumentare concretamente la propria presenza promuovendo le energie rinnovabili e pulite nei prossimi mesi, con l’assunzione di Cindy Tindell come Managing Director.

Il mercato dell’accumulo residenziale in Europa prende la rincorsa

Il mercato europeo degli accumuli residenziali è destinato ad esplodere. In senso buono. Spinto dalla costante diffusione del fotovoltaico domestico, l’energy storage prenderà sempre più spazio nelle case europee. Lo riferisce Solar Power Europe nel suo nuovo European Market Outlook for Residential Battery Storage.

Il rapporto fornisce alcune previsioni sull’evoluzione dell’accumulo fotovoltaico di piccola taglia, stimando una crescita di oltre il 400% entro il 2025. In altre parole entro cinque anni, la capacità di questo segmento dovrebbe passare dai 3 GWh di fine 2020 a ben 12,8 GWh. Trend rosei che si fondano sulle ottime prestazioni del mercato degli accumuli residenziali, registrate in piena pandemia.

“Nonostante la crisi sanitaria del COVID-19, per la prima volta il mercato europeo dei sistemi di stoccaggio a batterie ha raggiunto la storica scala di GWh, per un totale di 1.072 MWh di capacità di stoccaggio installata in un solo anno. Con circa 140.000 sistemi di batterie registrate nel 2020, questa è stata anche la prima volta in cui sono state installate più di 100.000 unità in un unico anno”, si legge nel report.

Il documento analizza la sinergia tra fotovoltaico domestico e batterie, dimostrando la convenienza in termini di costi di questa accoppiata tecnologica. Soprattutto in momento delicato come quello attuale dove i prezzi dell’energia elettrica stanno salendo in tutta Europa. In Germania lo scorso anno, spiega l’associazione, le famiglie che hanno installato sistemi solari e di accumulo hanno beneficiato di un costo livellato dell’elettricità di 12,2 centesimi di euro al kWh. Quasi un terzo del normale prezzo delle tariffe elettriche.

Non sorprende dunque sapere che proprio in Germania gli accumuli residenziali stiano trovando casa. Al punto che il Paese oggi dispone del 70% della nuova capacità installata nel 2020. Seguono i mercati di Italia, Regno Unito, Austria e Svizzera“Con l’aumento della popolarità del solare residenziale, sempre più famiglie si stanno rendendo conto che i sistemi di accumulo domestico massimizzeranno il valore dei loro sistemi fotovoltaici”, ha commentato Walburga Hemetsberger, CEO di SolarPower Europe. “Solare e lo stoccaggio sono la risposta chiara alla volatilità dei prezzi dell’energia”.

Le previsioni per il mercato italiano degli accumulo residenziali

“Grazie ai grandi incentivi erogati attraverso il Superbonus 110%, prevediamo una forte crescita delle installazioni di batterie in Italia”, scrive SolarPower Europe. Secondo il loro Scenario Medio, saranno installati 122 MWh fino alla fine del 2021, per un totale di 16.500 batterie. Ciò equivale a una crescita del 29% rispetto alla capacità installata nello scorso anno.

Prevediamo un aumento significativo anche nel 2022, con un mercato annuo di 137 MWh e una crescita del 12% anno su anno. Tuttavia, c’è la possibilità che il mercato sia molto più ampio di quello, a condizione che non ci siano ostacoli significativi per accedere al Superbonus. La conclusione più ottimistica delle nostre prospettive prevede 195 MWh nel 2021 e 232 MWh nel 2022. Con la fine del sistema di incentivi nel 2023, la nostra aspettativa è che il mercato si prenderà una pausa quell’anno e riprenderà trazione fino al 2025 come fotovoltaico residenziale le installazioni continuano a crescere”. E raggiungere i 188 MWh nel 2025.

Moduli fotovoltaici per serre, più economici ed efficienti

L’agrivoltaico si sta lentamente facendo strada nel mercato solare per riuscire ad unire due esigenze apparentemente distanti dello sviluppo sostenibile: aumentare la produzione energetica pulita e tutelare il territorio. Ma nel settore agricolo esistono già realtà che offrono soluzioni win-win al problema. Realtà come SoliTek, azienda lituana produttrice di nuovi moduli fotovoltaici per serre.

La società ha introdotto sul mercato il nuovo pannello M.40 in silicio cristallino, nato espressamente per l’integrazione architettonica. Nel dettaglio il modulo offre una potenza da 235 W e una trasmittanza luminosa del 40 per cento. Ciò è reso possibile dal fatto che il 40 per cento della sua superficie è completamente trasparente, permettendo dunque alla luce naturale di attraversare l’impianto e raggiungere le colture sottostanti. Una caratteristica che lo rende adatto anche alle serre meno soleggiate.

SoliTek è riuscita a mantenere una buona generazione di energia senza pur rinunciando a parte della copertura. E di conseguenza ad offrire un prodotto che è quasi 2 volte più economico rispetto alle alternative presenti sul mercato. “È stato raggiunto il rapporto qualità-prezzo ideale”.

I moduli fotovoltaici per serre offrono un primo assaggio delle potenzialità dell’agrivoltaico. E sebbene, per ora, la generazione sia piccola (raggiunge il 50-60% della capacità di un impianto solare convenzionale), potrebbero dare un contributo importante alla riduzione delle bollette delle aziende, migliorando nel contempo le colture.

“Nel 2015 SoliTek ha implementato con successo un progetto di impianto solare agro-elettrico in Malesia, da 1,5 MW sul tetto di una serra per la coltivazione di peperoni”, racconta il numero uno di SoliTek, Julius Sakalauskas. “Già allora era apparso chiaro che coltivare queste piante in zone più asciutte e più calde all’ombra dei moduli solari permettesse di ottenere rese molto più elevate riducendo significativamente la quantità di acqua necessaria per l’irrigazione. La resa di ortaggi e frutta può aumentare di 2-3 volte rispetto alla normale agricoltura, con una maturazione del 30% più veloce rispetto alle condizioni normali. Le perdite d’acqua sono ridotte fino al 65%”.

Il Cile si candida ad esportare energia solare in Asia

“Un pianeta, un sole, una rete elettrica”. Questo lo slogan che accompagna il progetto Atipodas, ambiziosa iniziativa lanciata nel corso del Vertice APEC 2021 dal Presidente cileno Sebastián Piñera. L’obiettivo è in parte contenuto nel nome stesso. Atipodas mira ad esportare in Asia l’energia solare prodotta in Cile e più precisamente nel deserto di Atacama. Come? Realizzando una rete di cavi sottomarini lunga almeno 15mila chilometri. “Questo progetto ci permetterà di condividere con i paesi dell’Asia Pacifico l’energia pulita, affidabile e rinnovabile che produciamo durante il giorno – ha spiegato Piñera – soddisfacendo in questo modo la loro domanda di elettricità notturna”.

Leggi anche Nuovi pannelli solari dal riciclo dei vecchi moduli fotovoltaici

La nazione sta accelerando lo sviluppo interno del fotovoltaico al punto da vantare, nella sua regione settentrionale, la più alta incidenza di impianti al mondo. A gennaio 2021 contava complessivamente almeno 3,2 GW fotovoltaici installati con altri 2,7 GW già pianificati o in fase di costruzione. Ma le ambizioni per il futuro sono ancora più grandi. Il governo è infatti convinto che esista un potenziale da tra i 200 e i 600 GW di energia solare da destinare all’esportazione. 

“Attraverso questo progetto sfrutteremo la distanza tra i nostri paesi, spesso vista come un ostacolo alla nostra integrazione, come un vantaggio che ci consentirà di produrre e consumare energia solare 24 ore al giorno”, ha aggiunto Piñera. La rete dovrebbe permettere la trasmissione elettrica nei Paesi asiatici paesi asiatici quando è giorno in Cile e notte nel Pacifico. O quando è inverno in Asia ed è estate nel emisfero sud. Risparmiando all’atmosfera almeno 1,6 miliardi di tonnellate di CO2 l’anno.

Il Capo dello Stato ha rivolto un appello speciale ai leader durante il vertice APEC (Cooperazione Economica Asiatico-Pacifica) affinché continuino a collaborare, trovando soluzioni creative che favoriscano il commercio, lo sviluppo e la crescita in modo sostenibile e responsabile. Allo stesso modo, ha evidenziato il lavoro e i risultati che la Cooperazione ha ottenuto sotto la guida della Nuova Zelanda e del Primo Ministro Jacinda Ardern.

Nottingham City Homes 2050, prefabbricazione e tetti solari

Un quartiere di edilizia sociale, costituito da case di bassa qualità ed estremamente difficili da riscaldare, si è trasformato in un esempio di Net Zero Energy Building.

E’ il progetto Nottingham City Homes 2050, pioniere nel Regno Unito dell’approccio “Energiesprong” (salto energetico) già celebre nei Paesi Bassi.

Attraverso uno studio attento dell’involucro edilizio esistente delle 463 proprietà e applicando una serie di strategie sviluppate in collaborazione con la Nottingham Trent University (NTU), la riqualificazione ha permesso di risparmiare circa 3 GWh/anno di energia ed oltre 550 tonnellate l’anno di CO2.

Il progetto NCH2050 sfrutta di fatto l’efficienza delle prefabbricazione per creare edifici in grado di generare sufficiente energia per coprire i consumi dovuti al riscaldamento, alla produzione di acqua calda, agli elettrodomestici e tutti i servizi annessi, abbattendo i consumi e raggiungendo il traguardo di energia zero, prefissato per il 2050. La parte più interessante del progetto è proprio la possibilità di esportare le soluzioni adottate, applicandole a qualsiasi altro edificio, indipendentemente dalla struttura preesistente.

Lo studio condotto nell’ambito del progetto Remourban è stato finanziato attraverso il programma Horizon 2020 dell’Ue ed ha messo in campo uno stanziamento di circa 5 mln di steriline.

Il potere della prefabbricazione

Cinque differenti opzioni di retrofit a loro volta sperimentate su 8 tipologie edilizie distinte per ridurre i consumi ed aumentare l’efficienza. Le misure addottate hanno riguardato l’inserimento di un sistema di isolamento termico prefabbricato per l’involucro, l’aggiunta di pannelli fotovoltaici, l’impiego di pompe di calore geotermiche, la sostituzione dell’illuminazione con apparecchi LED, la sostituzione di tutte le vecchie caldaie a gas a favore di un sistema energetico centralizzato, un sistema di accumulo di energia termica ed elettrica, una rete di riscaldamento di microenergia funzionante a massa temperatura, sono tutte misure che hanno portato ad un risparmio vicino all’80%.

Il progetto Net zero energy NCH2050 è stato scelto come uno dei 17 progetti a livello mondiale che rappresenta i greenbuilding durante la conferenza COP26 ed è in mostra nel padiglione virtuale di “Building Better Now“.